Una scrivania, sette oggetti e innumerevoli spunti per il 2025

Care e cari utenti,
non so se capita anche a voi, ma per me esiste un momento dell’anno in cui si palesa con grande chiarezza la necessità di rimettere in ordine la scrivania. Questa scomoda urgenza non si manifesta con un lungo preavviso, e nemmeno si lega ad un periodo specifico dell’anno. Anzi. Arriva e basta.
Il pensiero embrionale scivola rapidamente nella forma di una necessità impellente e non c’è via di scampo, se non quella di ritagliarsi delle ore silenziose per tornare a vedere il colore della superficie del tavolo.
Come caporedattore e architetto non posso fare a meno di circondarmi di libri, riviste, appunti, schizzi e innumerevoli pretesti tangibili capaci di alimentare la curiosità, ma solo sette sono gli oggetti che abitano con emozione questo mio microcosmo lavorativo.
Ecco quali sono. (Se pensate di non avere tempo per leggerle tutte, partite dall’ultima, che proprio non è da perdere!)1. Qualche pezzetto ripiegato di duct tape,
che mi ricorda ogni volta il brivido della performance teatrale. Quei brandelli di nastro telato, per me, sono sinonimo di tutto ciò che si cela dietro le quinte, della professionalità dei tecnici di produzione, di tutte le volte che, per nascondere i cavi di microfoni e auricolari, disseminano la fodera della mia giacca di delicati adesivi invisibili.Il duct tape, per me, significa soprattutto Isplora Play: un nuovo format che valorizza la bellezza della conversazione d’architettura, in cui c’è spazio per il dibattito e per il confronto, la provocazione e l’approfondimento di pensiero. Uno spazio informale e formativo, dinamico e ricco di spunti progettuali, in cui l’architettura diventa pretesto per andare alla ricerca di risposte sociali e culturali contemporanee.
Ne avete già visto qualche episodio?2. Un quadernetto di viaggio rilegato a mano,
sulla cui prima pagina ho copiato questa frase di Stendhal, presa dalle sue Mémoires d’un turiste, del luglio 1837: Ce que j’aime du voyage, c’est l’étonnement du retour. Ciò che amo del viaggio è lo stupore del ritorno.Con la redazione e la troupe di Isplora siamo spesso on the road, a caccia di nuove narrazioni progettuali e luoghi da riprendere con le nostre telecamere e, in questo viavai, ho imparato a godermi – da un van, un treno o un aereo – la meraviglia di tornare in redazione con un bagaglio sempre più ricco di immagini, persone e racconti.
Cos’altro c’è nel quadernetto, poi, ve lo racconterò nel 2025.3. Delle cuffie vecchio stile,
con ancora il cavo da districare al mattino che è di nuovo annodato la sera. Un po’ logore, mi fanno compagnia da anni e, con me, hanno udito tutte le voci che sono entrate a far parte dei contenuti Isplora, dai docufilm agli Isplora Play, dalle conferenze ai webinar. Non lo nascondo, l’ascolto è una delle componenti che preferisco del mio mestiere: obbliga all’attenzione, insegna la pazienza, alimenta la gentilezza, consolida la conoscenza. Lo considero un tassello imprescindibile per tutte le figure che si destreggiano nel campo della progettazione architettonica e, ne sono convinta, insegna più di mille parole.4. Qualche biglietto d’ingresso per mostre o musei.
Luoghi dove, sempre più spesso, vado a caccia di dettagli e singoli manufatti, più che di un’abbuffata pantagruelica di troppi oggetti in troppo poco tempo, con il rischio di “tornare a casa con dei piedi gonfi così e andare alla ricerca di una Coca-cola tiepida, per dimenticare l’esperimento”, come diceva Philippe Daverio in un’intervista rilasciata in tv.Biglietti che, questa volta mi portano in due luoghi romani: i Musei Vaticani e la nuovissima sede della Fondazione D’ARC, ripresa in esclusiva dalle telecamere Isplora. Torneremo a parlare di entrambi nel 2025, non vi preoccupate.
Una domanda per voi: come architetti, che mostra non si potrà perdere nel 2025?5. Un braccialetto di gomma rossa,
su cui è incisa la celebre frase di Maria Montessori: il bambino è padre dell’umanità. Un oggetto piccolo e flessibile, che mi ricorda quanto il mestiere dell’architetto (e del caporedattore) possa essere fonte di continuo apprendere e possa dimostrarsi capace di mescolare più voci, conoscenze ed esperienze, in direzione di un progetto comune.
Architettura e pedagogia, architettura e spazio pubblico, architettura e tecnologia… e poi natura, sensibilità, memoria, design pop e comunicazione: tutte tematiche che si snodano in oltre 100 contenuti video di altissima qualità, in cui passione e visione proprio non mancano.
6. Una Bic blu,
esausta (un po’ come tutti, in questo periodo), identica alla serie indefinita di Bic blu che riempiono il mio zaino, il mio portapenne e il tavolo intero. Non sono mai riuscita a scrivere in nero, lo ammetto. Sempre e solo in blu, e sempre solo con la Bic.
Me lo chiedo spesso: il blu si addice a un architetto?
7. Un post-it,
faro per il nuovo anno in arrivo. Scritto distrattamente con un evidenziatore, riporta solo quattro parole: “Intenzione forte, Emozione elevata”. Un augurio, un reminder, un motto. Uno sguardo all’imminente 2025, ricco di sfide e novità, di crescita e prospettiva. Un 2025 che si aprirà con un’immagine di Isplora interamente rinnovata (lo avete letto che qualcosa sta per cambiare, vero?) ed un’energia che si alimenta di freschezza ed entusiasmo.Senza un’intenzione forte non ci sarebbe costanza, senza un’emozione elevata non ci sarebbe passione. La combinazione delle due rende il progetto valido e unico.
Noi ci proviamo così; voi che metodi usate per sfamare i buoni propositi?
Care e cari utenti, questa è la mia scrivania. O meglio, un assaggio di essa. Tante sono le prospettive e tante saranno le parole che scambieremo in futuro, ma per ora non mi resta che dire… alla prossima! ;)
F.