Forma o materia?

“Dire che il materiale rappresenta il mezzo necessario e sufficiente per la realizzazione architettonica non basta. Esso è qualche cosa di più: è la materia di cui si serve la fantasia dell’architetto per pensare architettonicamente e come tale ha influenze evidenti nelle conseguenze formali”
– Giuseppe Pagano-Pogatschnig, I materiali nella nuova architettura, in La Casa Bella n. 41
Pagano nel 1931, in un articolo per la famosa rivista di cui un paio di anni dopo diverrà direttore, rifletteva sul ruolo dei materiali in architettura. Come sarebbe la famosa Robie House se Frank Lloyd Wright l’avesse immaginata in un materiale diverso dal laterizio? E se la Nuvola di Fuksas fosse stata pensata in legno? Avrebbe la stessa forma l’iconico Metropol Parasol di Siviglia in corten? Cosa ne sarebbe stato del brutalismo se non fosse esistito il cemento armato?
Il pensiero architettonico si origina nell’incontro tra forma e materia: la scelta del materiale non è dunque conseguenza, ma parte integrante del processo creativo.
Tre progetti per tre materiali, tre materiali per tre progetti.
Il policarbonato: una pelle mutevole per la Fabbrica del Futuro
Leggerezza, sostenibilità, temporaneità: proprietà intrinseche del policarbonato, materiale scelto dallo studio ARW Associati per il rivestimento del padiglione espositivo Fabbrica del Futuro, raccontato dagli stessi fondatori dello studio in Rigenerazione e Urban tech.
Un’architettura mutevole ed effimera, quasi eterea: la luce naturale filtra attraverso la pelle in policarbonato illuminando uniformemente lo spazio interno; i colori del cielo si riflettono sulle lastre traslucide donando al padiglione un aspetto sempre diverso; l’illuminazione interna di notte trasforma il volume in una lanterna in mezzo alla città.
Un’oggetto dall’aura “magica”, ai confini tra arte e architettura, tra memoria e futuro, che prende forma dall’archetipo della fabbrica tradizionale, incarnando nella sua struttura –flessibile, smontabile ed ecologica– i caratteri della produzione del futuro.
L’acciaio corten: la patina del tempo in Nuovi percorsi su antichi sentieri
COR (CORrosion resitance) – TEN (TENsile resistance), l’acciaio corten racchiude nel nome la sua principale caratteristica, la resistenza, alla corrosione e alle sollecitazioni meccaniche. La caratteristica più interessante, però, è la sua capacità di autorigenerarsi e autoproteggersi: una patina naturale, che si forma e si rinnova nel tempo, protegge il materiale dagli agenti esterni e gli conferisce il caratteristico color ruggine.
Un materiale mutevole, espressivo, vivo, che si inserisce perfettamente nel contesto naturale in cui si colloca il progetto Nuovi percorsi su antichi sentieri, a firma di Studio Sollazzo. Un progetto che, come raccontato nelle conversazioni di Isplora Play Architetture sensibili, riscopre e valorizza la rete sentieristica storica che si snoda tra borghi storici, boschi e praterie, nei territori del Matese: piccoli interventi di micro-architetturarealizzati in corten diventano occasione di conoscenza e contemplazione del paesaggio, incentivando così la mobilità dolce e un turismo più sostenibile e consapevole.
Il legno: tra memoria e innovazione nella Cavana di Monselice
Un legame raro unisce il legno al mondo dell’architettura, un rapporto nato migliaia di anni fa con i primi rifugi preistorici. Resistente, duro, rigido, denso; caldo, morbido, profumato, vivo: un materiale unico per le sue caratteristiche fisiche e percettive, che lo rendono perfetto per tutte le scale dell’architettura, dalla struttura al pezzo di arredo.
È proprio dalla storia delle costruzioni in legno che attinge l’architetto Mirco Simonato per il suo progetto La Cavana, a Monselice: uno spazio riconsegnato alla collettività, posto a cavallo del Canale Bisatto, che trova ispirazione dalla cavana, il tradizionale ricovero per imbarcazioni in legno tipico del territorio veneto. Dal racconto dell’architetto in Riflessi di Architettura, emerge la natura del progetto: la struttura in legnolamellare si pone come ponte tra memoria e innovazione, testimone del progresso della tecnica e della memoria della storia e del luogo.
Policarbonato, acciaio corten, legno, tre materiali completamente differenti nell’origine, nell’aspetto, nella percezione: ognuno insostituibile per il progetto a cui appartiene, ognuno unico nella fantasia dell’architetto.
Redazione Isplora
Credits: immagini su concessione di ARW Associati, Studio Sollazzo, Mirco Simonato Architetto