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Architettura e Sensi: Una conversazione con Pietro Carlo Pellegrini

L'architettura non è solo una questione di geometria e materiali, ma di sensazioni. Pietro Carlo Pellegrini, architetto di fama, invita a riflettere sul rapporto tra architettura e percezione sensoriale. Come può l'architettura sensoriale, come quella proposta da Pietro Carlo Pellegrini, trasformare la nostra esperienza quotidiana degli spazi che abitiamo?
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Architettura e Sensi: Una conversazione con Pietro Carlo Pellegrini
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21 novembre 2024

Il lavoro di Pietro Carlo Pellegrini e del suo studio, si distingue per il coinvolgimento dei cinque sensi nell'esperienza dello spazio, creando ambienti che rispondono a stimoli visivi, tattili, uditivi, olfattivi e gustativi. La progettazione – raccontata nel docufilm Conversazioni d’Architettura – non si limita a una visione razionale dello spazio, ma si apre a una lettura più profonda e sensoriale, che rende ogni progetto unico.

La Vista: Il Senso Primario nell'Architettura

Nel suo progetto per il Centro Culturale di Casale Marittimo, Pellegrini gioca con la vista, il senso primario che ci permette di orientare la nostra percezione del mondo. L'architetto racconta come, arrivando nel luogo, sia stato inevitabile fare i conti con una struttura incompiuta, che in un certo senso ha definito il carattere dell'intervento. L’immagine che Pellegrini si fa del paesaggio non è statica, ma un fluire di percezioni, catturate e trasposte nel suo taccuino come schizzi veloci, che restituiscono la bellezza del luogo.

Il Tatto: La Matericità come Elemento di Connessione

Il tatto è un altro elemento fondamentale nei progetti di Pellegrini, protagonista sia nel Centro Culturale di Casale Marittimo che nell’intervento di Recupero dell'area ex fornace. Qui, l’uso dei materiali diventa un modo per stabilire una connessione più intima con il luogo: il proposito progettuale è creare volumi architettonici semplici e riconoscibili, uniformando forme, materiali e colori, reinterpretando gli aspetti storici delle preesistenze archeologiche alla luce della contemporaneità, in un progetto che aspira ad una certa continuità con la Storia in termini di sintassi compositiva. L'architettura si fa sensibile, capace di interagire con chi la vive, offrendo una risposta tattile ad ogni movimento.

L’Udito: Suoni che Plasmano lo Spazio

Il passaggio dal tatto all'udito nei progetti di Pellegrini è naturale. Il suono, infatti, diventa parte integrante della percezione spaziale: in ambienti come il Monastero di Santa Gemma, il silenzio è tanto importante quanto la visione d’insieme, e l’architettura risponde con un’attenzione particolare all’assenza di suono. Il Muro della Memoria, nato dal desiderio delle monache di clausura di S. Gemma di avere uno spazio dove poter ricordare e pregare le sorelle scomparse, viene pensato come una “chiocciola razionalista” e si dipana regolare dall’ingresso alla fine del percorso, concludendosi in uno spazio quadrato con al centro un cipresso, albero di proporzioni adatte ad un culminare verso il cielo del percorso di preghiera.

Gusto e Olfatto: Memorie Sensoriali del Territorio

I sensi del gusto e dell'olfatto, sebbene meno utilizzati nella progettazione architettonica tradizionale, trovano spazio nel lavoro di Pellegrini, soprattutto quando si parla del territorio toscano. Le memorie sensoriali di odori e sapori influenzano la sua progettazione, creando un legame profondo con il paesaggio circostante: i profumi di piante aromatiche e i sapori della tradizione culinaria toscana sono evocati attraverso l'uso di materiali e forme che richiamano l’essenza del luogo.

L'architettura di Pellegrini non costruisce solo spazi, ma esperienze che si toccano, si ascoltano, si vedono e si vivono con tutti i sensi

L’architettura di Pietro Carlo Pellegrini è un gioco sensoriale, una fusione tra elementi visivi, tattili, uditivi, olfattivi e gustativi, che insieme contribuiscono a creare un'esperienza unica. Ogni progetto, dal Centro Culturale di Casale Marittimo al Recupero dell'area ex fornace, dimostra come l'architettura possa essere molto più di un semplice rifugio: è una risorsa per stimolare i sensi, una continua sollecitazione che ci aiuta a riconoscere il processo progettuale in ogni gesto quotidiano.

Redazione Isplora

Crediti fotografici: foto su gentile concessione di Pietro Carlo Pellegrini; foto di Carlotta di Sandro per Fondazione Culturale Casale Marittimo; foto di Mario Ciampi per Ex Fornace e Monastero S. Gemma

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